Il racconto di Natale dal Caritas Baby Hospital – parte 1 di 4
Avvicinandoci alla fine dell’anno, abbiamo pensato di pubblicare in concomitanza con ogni venerdì dell’Avvento una parte del racconto di Natale che arriva dal Caritas Baby Hospital. Nelle parole di questo primo appuntamento e dei prossimi, troviamo storie vere delle mamme, delle mamme e dei bambini che vivono in Palestina. Un racconto di amore, sofferenza, calore familiare, speranza. Ti invitiamo a goderti la lettura e a seguire i prossimi episodi!
Tre generazioni, un ospedale – Il racconto di Natale dal Caritas Baby Hospital di Betlemme
Già durante la gravidanza, Suhair era venuta a sapere che il figlio sarebbe nato con una nefropatia congenita. Solamente un’assistenza medica immediata e professionale gli avrebbe evitato danni successivi a lungo termine. Suhair decideva così di far curare il bambino al Caritas Baby Hospital. La storia di una famiglia di Betlemme.
Suhair, da piccola, aveva pernottato spesso al Caritas Baby Hospital. E non perché fosse ammalata, ma perché il fratellino Ala la voleva accanto. Il piccolo, affetto dalla sindrome di Down, rimaneva talvolta lunghe settimane in ospedale, e quando la madre doveva tornare a casa ad occuparsi degli altri figli, Suhair rimaneva con lui. «Ala non voleva saperne di rimanere solo, e lo faceva capire in tutti i modi», ricorda, sorridendo, Suhair. Una volta, racconta, il bambino si mise a urlare perché voleva che la sorella rimanesse a dormire con lui nel letto d’ospedale. Non ci fu verso di fargli cambiare idea. Il piccolo strillò fintantoché l’amata sorella non si infilò nel letto con lui. Un’altra volta, di mattina, non la lasciò uscire dalla stanza fino alla fine dell’orario di colazione. «Mi brontolava lo stomaco. Un’infermiera mi portò un sandwich a letto. Mi ricordo come se fosse ieri.» Di fatto, però, sono trascorsi almeno 15 anni.
Nel frattempo molte cose sono cambiate. Suhair se n’è andata da casa, si è sposata e un anno dopo ha dato alla luce Matthew. Mentre è in attesa del secondo figlio, il ginecologo le dice che c’è qualcosa che non va nei reni del nascituro. Guardando le immagini agli ultrasuoni, il medico consiglia alla gestante, prossima al parto, di sottoporre il bambino ad accurate visite mediche subito dopo la nascita. «Ero spaventata e confusa. Ma in quel momento mi venne in mente il Caritas Baby Hospital. Mi tranquillizzai. Sarei stata in buone mani.»
Quante volte aveva varcato la porta di quell’ospedale, tenuta per mano dalla madre. Quante volte si era arrabbiata perché non riusciva ancora a vedere l’accettazione sopra la balaustra. E quante volte si era lasciata comandare a bacchetta dal fratellino! Ala Suhair si ricorda di tutto questo quando, pochi giorni dopo la nascita di Andrew, porta il piccolo all’ospedale per la prima visita. È preoccupata, ma anche piena di fiducia. Fin dalla sua infanzia sa che «il Caritas Baby Hospital è il primo indirizzo a cui rivolgersi se si ha un bambino malato. È il nostro ospedale di famiglia», dice sorridendo. «Qui i medici mi danno sicurezza. So che cureranno bene mio figlio, e so anche che mi posso fidare delle loro diagnosi.»
Venerdì prossimo potrai leggere la seconda parte del racconto di Natale! Ti aspettiamo su queste pagine!