Rafiq è tornato a casa
Faizah stringe ora tra le proprie braccia il suo bimbo, non c’è nulla di più importante per lei. Lacrime di gioia e sollievo le scorrono lungo il viso. È stata 61 giorni separata dal suo bambino gravemente malato, perché non autorizzata a lasciare la Striscia di Gaza.
Mentre il piccolo veniva ricoverato al Caritas Baby Hospital di Betlemme, i genitori sono dovuti rimanere a Rafah. Tutto quello che potevano fare era sperare di rivedere il proprio figlio vivo. Rafiq è venuto al mondo in aprile con una cardiopatia congenita. Non ha rischiato la vita fino a quando è sopraggiunta una grave infezione.
Nella Striscia di Gaza non hanno potuto aiutare il bambino, quindi è stato trasferito all’unità di terapia intensiva infantile di Caritas Baby Hospital. La nonna del piccolo è salita in ambulanza fino a Betlemme e gli è stato vicino in ogni momento. I genitori del piccolo hanno ricevuto aggiornamenti costanti tramite fotografie inviate con il telefono. Fotografie che nonostante fossero scattate quando al piccolo Rafiq venivano cambiati i tubi per la respirazione, non riuscivano a nascondere la situazione precaria del piccolo malato.
Ci sono volute sei settimane prima che Rafiq fosse abbastanza stabile per essere operato al cuore in una clinica specializzata in Tel Aviv. Il piccolo è sopravvissuto alla procedura ed è tornato al Caritas baby Hospital dopo un paio di giorni. Anche la nonna, anziché osservare il nipote con un’espressione preoccupata, ha potuto ridere insieme a lui. Ha inviato un SMS ai genitori rassicurandoli sulle condizioni di Rafiq e assicurando loro che sarebbero tornati presto a casa.
Dopo otto settimane al Caritas Baby Hospital ora i due sono tornati a casa, nella Striscia di Gaza. I genitori del piccolo Rafiq sono felicissimi e la nonna ci ha scritto: “Siamo arrivati bene: grazie grazie grazie!”
(I nomi sono stati cambiati per garantire la privacy del piccolo e della famiglia)