[Emilio Benato] Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese
In occasione della Giornata internazionale di solidarietà con li popolo palestinese condividiamo la riflessione di Emilio Benato, presidente di Aiuto Bambini Betlemme.
Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese
– di Emilio Benato –
>>> Oggi 29 novembre il calendario ci ricorda di celebrare la Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese.
Diciamocelo apertamente, senza timori: negli ultimi 2 anni abbiamo avuto tanto e ben altro a cui pensare. La salute e la vita, a partire dai nostri cari e passando per noi stessi, è venuta prima e continua ad essere una grande preoccupazione in tutto il mondo.
Ma attenzione a un fatto: il nostro mondo è ciò a cui dedichiamo la nostra concentrazione. Possiamo essere svegli, ma su cosa siamo vigili?
Le nostre priorità nella vita, ciò che ci coinvolge, ciò che ci preoccupa e ciò che ci appassiona sono tutti frutti di una scelta: dedico il mio pensiero e il mio cuore a questo tema e a queste vicende. In questo senso, possiamo cogliere l’occasione della data di oggi come un aggancio alla Palestina, il “cuore straziato” della Terra Santa e alla sua gente, che lì da troppo tempo vive un quotidiano martirio dei diritti di base, della speranza, della propria dignità di essere umano.
Quando incontriamo i bambini nelle scuole e nelle parrocchie, stimoliamo la loro incredibile intelligenza e creatività rivolgendo loro alcune domande:
“Secondo te com’è vivere rinchiusi circondati da un altissimo muro?”
“Ti piacerebbe sapere cosa succede, com’è la vita dall’altra parte?”
“Chi e che cosa non puoi conoscere finché non vai di là?”
Per i piccoli rispondere è un gioco, e le loro risposte spesso sono fantasiose, ma colgono sempre il nocciolo della questione: c’è qualcosa che non va, qualcosa che non torna, qualcosa che chiaramente è sbagliato, ma incredibilmente è reale e che viene accettato così com’è, come se fosse normale.
“Non è normale, è strano” è la risposta che torna e ritorna.
E poi, la domanda delle domande:
“Ma perché c’è quel muro?”
E’ in quel perché che nasce e si esaurisce il desiderio degli adulti di rispondere in modo razionale e convincente, perché per quanto ci si possa provare, una risposta accettabile a questa domanda è impossibile.
Il muro che cinge e costringe l’esistenza di un intero popolo e dei suoi bambini, anche quelli ammalati, fa tutt’uno con altre parole che noi adulti dobbiamo ricordare, tanto più oggi che è il 29 novembre:
esiste un’occupazione di fatto del territorio palestinese, delle sue risorse naturali, degli spazi e dei tempi di vita della popolazione. Ogni parte e il loro insieme costituisce una sistematica violazione di diritti umani riconosciuti ormai da decenni e veri a prescindere dai trattati internazionali e dagli accordi di pace o di guerra.
Anche se queste considerazioni portano ad altri grandi quesiti apparentemente senza soluzione, a volte la risposta ci arriva da davvero vicino, a fare piazza pulita dai dubbi e dai dilemmi.
“I muri che dividono le persone non sono altro che il riflesso dei muri che abbiamo attorno al cuore”. A insegnarcelo fu Suor Donatella Lessio, per tanti anni in amorevole servizio presso il Caritas Baby Hospital di Betlemme.
Quanta verità in questa frase! Prendiamola quindi per vera, così come risuona immediatamente nel nostro animo.
E quindi, per dare un senso a questa giornata e onorare il dramma umano di intere generazioni che abitano in quel cuore martoriato della Terra Santa, iniziamo noi:
guardiamo oltre i muri, sfidiamoli con forza e con convinzione, impegniamoci ad abbatterli e al loro posto costruiamo ponti di Pace.
Se l’uomo è capace di costruire muri, allora per forza, è capace anche di costruire ponti. Se è capace di dividere, allora è anche capace di unire. Se è capace di odiare, allora sicuramente è anche capace di amore.
Facciamo le scelte giuste, dedichiamo attenzione ed energia a quel che è giusto e facciamo la nostra parte per il Bene in questa terra, per questa umanità e questo Creato che ci chiedono solo di amare più che possiamo e più che riusciamo.
Un carissimo saluto a ognuno di voi e Grazie di cuore per il vostro sostegno ai bambini ammalati in Palestina.
Ogni Bene!
Emilio Benato – Presidente
Aiuto Bambini Betlemme
PS: Le questioni problematiche esistono: ne prendiamo atto e ci motivano a continuare a sostenere la popolazione palestinese. Ma non ci schiereremo mai con una parte politica o per l’altra! Il nostro unico interesse e il nostro credo più grande è soccorrere al meglio possibile i piccoli che altrimenti resterebbero senza cure, senza opportunità e senza speranza. GRAZIE!
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