Giornata di solidarietà con il popolo palestinese: una riflessione sul nostro impegno associativo
In occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese condividiamo con voi la riflessione di Emilio Benato, presidente di Aiuto Bambini Betlemme, sul nostro impegno associativo.
Il 29 novembre di ogni anno si celebra la Giornata internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese.
Noi che, assieme e grazie a voi Angeli dei Bambini di tutta Italia, da tanti anni ci impegniamo a non lasciare soli i piccoli ammalati e le loro famiglie in Terra Santa e in modo particolare della Palestina, sentiamo la responsabilità di aderire con convinzione a questa giornata significativa, e vogliamo contribuire alla riflessione e al confronto esponendo la nostra visione sulla necessità di rinnovare la solidarietà al popolo palestinese.
Infatti, sentire e promuovere la solidarietà verso il popolo palestinese, significa: vivere e promuovere la fraternità verso l’infanzia, che è sempre innocente, e però ancora oggi -in Palestina come in troppe parti nel mondo-, viene minacciata e violata da logiche di potere e di sopraffazione.
Lungi da noi il voler fare politica: è qualcosa di cui non vogliamo occuparci! La nostra missione, assieme a voi, è portare cure e serenità ai bambini ammalati
Va detto, però, che la missione associativa di Aiuto Bambini Betlemme ha senso compiuto solo se viene posta di fianco ai gravissimi problemi che minacciano e colpiscono la salute dei bambini palestinesi, così come alle loro cause.
Infatti, il Caritas Baby Hospital non esiste solo perché un giorno del 1952 Padre Ernst Schnydrig ha deciso di costruire un ospedale pediatrico a Betlemme.
Piuttosto, il Caritas Baby Hospital esiste perché allora Padre Ernst Schyndrig fu testimone del terribile dolore degli abitanti della Palestina, che in oltre mezzo milione videro i propri villaggi distrutti da una guerra fratricida che si protrae ancora oggi.
Tra la moltitudine di feriti e profughi, già allora c’erano decine di migliaia di bambini feriti, ammalati e denutriti: uno di questi, morì di fronte a Padre Ernst, e fu sepolto dal padre in una buca nel terreno improvvisata lì per lì. Non c’erano ospedali, i bambini non potevano essere curati, quel bambino non fece eccezione. Questo episodio fu la scintilla da cui nacque il Caritas Baby Hospital.
Oggi il Caritas Baby Hospital è un’Oasi di Salute e di Pace per 50.000 bambini ogni anno, grazie all’amore e alla solidarietà concreta di decine di migliaia di donatori e volontari.
Come dichiarato per decenni da ogni istituzione internazionale, oggi la terra di Palestina è occupata dalle cosiddette “colonie” israeliane, cioè paesi e città edificati per sottrarre la terra alle famiglie e ai lavoratori palestinesi.
Questo avviene ogni giorno, tramite la distruzione continua di villaggi, case, uliveti, luoghi di lavoro, per fare posto agli insediamenti israeliani. La terra di Palestina in queste condizioni non può essere riconosciuta come Stato, e la tanto conclamata soluzione “due popoli, due stati” è oggettivamente impossibile.
I pochissimi e gravemente insufficienti servizi pubblici esistenti, dipendono interamente da aiuti esterni. In pratica, i diritti dei palestinesi sono tali solo quando le istituzioni e le opere caritatevoli esteri intervengono per renderli effettivi.
E tra i diritti essenziali di ogni persona, c’è la salute.
In Palestina, la quasi totalità degli ospedali e delle cliniche ha origine dall’intervento di enti di solidarietà e carità, che coi loro progetti sono diventati così indispensabili per la popolazione, da essere facilmente scambiati per strutture proprie dei palestinesi, quando in realtà sono opere che vengono dall’Europa e sostenute da donatori internazionali, negli anni sempre più gestite dalla popolazione locale.
Questa situazione di oppressione e costrizione, nei decenni ha portato troppe volte ad azioni e reazioni violente contro il popolo di Israele, atti ingiustificabili che hanno prodotto nulla di positivo, e anzi, hanno provocato l’inasprirsi delle condizioni di vita dei palestinesi, a partire da quella parte (la più grande) che vorrebbe solo vivere in pace, e che rifiuta ogni tipo di conflitto.
Riportiamo dei fatti che sono reali e conoscibili da chiunque, sui quali c’è una infinita e concordare documentazione probatoria disponibile.
Di fronte a tutto questo, noi crediamo che sia doveroso, ancor più, semplicemente umano, manifestare solidarietà con il popolo palestinese. Oggi e ogni giorno dell’anno.
Noi, assieme a voi, siamo solidali con i chi soffre per oppressione attraverso quell’opera di carità cristiana che è il Caritas Baby Hospital di Betlemme, un ospedale che rappresenta il superamento del conflitto infinito che segna il cuore della Terra Santa, e che ci porta ad agire per la Pace e la Fraternità guardando al bene più prezioso che è dato al mondo intero: l’innocenza dei bambini, i tanti Gesù che abitano a Betlemme e nella terra di Palestina.
Oggi 29 novembre ci stringiamo allora al pacifico popolo palestinese, così come a quella parte del popolo di Israele che vuole convivere fraternamente coi propri vicini, così come a chi in Israele e Palestina crede purtroppo che la violenza sia la via giusta: i vostri cuori possono cambiare, la vostra vita può cambiare, e così influire positivamente nella vita delle vostre famiglie, dei vostri cari, degli altri popoli.
I costruttori di Pace in Palestina e Israele sono ovunque: a voi ci ispiriamo, umilmente, e coi nostri mezzi cerchiamo di portare avanti la vostra opera, per il bene delle generazioni di oggi e di quelle future.