Testimonianza: “Non si può vivere la Terra Santa senza la croce”
Condividiamo la testimonianza di Pina, amica incontrata durante un viaggio in Terra Santa. Anche lei nel suo cammino ha incontrato il Caritas Baby Hospital. Quella con Pina è un’amicizia che viene da “prima”… cioè da valori e ispirazioni in cui sicuramente ti riconoscerai.
“Non si può amare, vivere la Terra Santa senza la croce”
di Pina Belmonte
È mio dovere, per amore della Terra Santa, testimoniare quello che questa terra e la sua gente mi hanno donato e insegnato. fin da piccola ho sempre desiderato prestare servizio in zone difficili del mondo, ma mai avrei immaginato di poter vivere, un giorno, nella terra di Gesù.
Mi verrebbe da dire che tutto è iniziato per caso, ma noi cristiani, sappiamo che nulla avviene per caso. Sei anni fa ho mandato un curriculum al Patriarcato Latino di Gerusalemme facendo richiesta di poter collaborare con loro in modo del tutto gratuito e dando disponibilità a svolgere qualsiasi tipo di mansione. Sono arrivata così in Terra Santa!
Mi sono sentita subito a casa mia, mi sono integrata velocemente perché quei luoghi erano da sempre nel mio cuore e nella mia mente. Il mio primo “incarico” è stato a Taybeh, in un centro anziani. Mi sono ritrovata a vivere una quotidianità molto diversa da quella che vivevo a casa mia, in Calabria, ma vivere in questo piccolo villaggio della Palestina mi ha portato a riscoprire l’importanza e la bellezza della semplicità nella vita di ogni giorno. Ho iniziato così a visitare, sempre da sola, la Terra Santa.
Dopo Taybeh ho iniziato a prestare servizio, nel cuore di Gerusalemme in una struttura di assistenza per persone affette da vari tipi di disabilità. Gerusalemme è un flusso continuo che amalgama persone, culture e tradizioni senza tempo. Un tutt’uno che rallenta appena a notte fonda per poi riprendere già alle prime luci dell’alba. In Terra Santa si respira la spiritualità ovunque ma accanto a questa si accostano tante contraddizioni.
Il Patriarca Emerito F. Twal più volte parlando di questa terra ha affermato: <<Non si può amare, vivere la Terra Santa senza la croce.>> Questa affermazione in principio era di difficile comprensione per me, ma solo nel corso degli anni vivendo la quotidianità di questa terra, ho avuto modo di poterla comprendere a pieno. Tutti ne restano affascinati, ma è una terra tanto difficile per le sue implicazioni umane, politiche e religiose.
Vorrei invitare tutti i pellegrini che si recano in questa terra a osservare accanto ai luoghi sacri le varie realtà che vi sono presenti. Credo che occhi che non hanno visto la Terra Santa non hanno visto ancora la vera bellezza, ma troppe volte tutta questa bellezza viene deturpata da violenza, sangue, violazione dei diritti umani, check point e un muro di separazione che alla sola vista piange il cuore. Ho amici palestinesi, ho sempre lavorato con palestinesi e ho avuto modo di capire e vivere la loro sofferenza.
Non si tratta di stare dalla parte di un popolo o di un altro ma di stare dalla parte dei diritti umani. Ogni giorno i palestinesi vivono in condizioni veramente difficili sotto tanti punti di vista; troppe volte i loro diritti vengono calpestati mentre il mondo guarda.
I palestinesi mi hanno insegnato tanto, mi hanno insegnato la vita! Mi hanno insegnato la tenacia perché nonostante questo popolo non abbia mai visto e conosciuto la pace continua a sperare e aspettare la pace!
Non posso concludere senza esprimere la mia gratitudine verso tutte quelle persone che ogni giorno rendono il Baby Caritas Hospital porto sicuro per tanti bambini ammalati. Conosco tante delle persone che vi lavorano, con alcune di loro ci lega una vera e profonda amicizia. Il Caritas Baby Hospital è speciale perché non cura solo il corpo ma anche l’anima di chi vi entra; questo lo si percepisce perché accanto alla sofferenza si respira tanta dolcezza e umanità.
Più volte, per problemi personali di salute, mi sono rivolta al personale medico e infermieristico della struttura, perché certa di trovare grande competenza e professionalità.
Il mio impegno insieme a voi per il Baby Caritas Hospital continua con più tenacia di prima proprio quella tenacia che mi hanno insegnato i palestinesi.
Un caro saluto a tutti in particolare alla mia dolce suor Lucia che mi è sempre di sostegno.
Un abbraccio di cuore a voi tutti!