Un terreno dove torna a germogliare la speranza
Com’è la situazione al Caritas Baby Hospital? Risente Betlemme della guerra nella Striscia? Chi presta aiuto alle madri con figli malati? Negli ultimi mesi ho ricevuto molte di queste domande. Ringrazio tutti per essere stati vicini con il pensiero alle famiglie della Striscia di Gaza e di Betlemme in questa situazione tanto dolorosa. Grazie ai contatti con il direttore dell’ospedale, Issa Bandak, e al primario, dott.ssa Hiyam Marzouqa ero sempre al corrente di quanto accadeva. Ciononostante, alcune settimane fa, quando sono sceso a Betlemme con Sybille Oetliker, la nostra direttrice amministrativa, e Michael Schweiger, l’ex presidente dell’Associazione, avevo tante domande in valigia. Una cosa però era chiara: la guerra ha lasciato un segno profondo anche tra la popolazione della Cisgiordania. Una volta arrivati in ospedale, abbiamo visitato i vari reparti e il poliambulatorio. E ancora una volta abbiamo potuto sperimentare quanto sia importante che la nostra offerta sia destinata a tutti i bambini e alle loro madri. Il Caritas Baby Hospital è un dono meraviglioso, care donatrici e cari donatori, che voi fate alle famiglie di Betlemme e alla Regione circostante.
Fuori dal Caritas Baby Hospital, la quotidianità è segnata da instabilità ancora più grande che in passato. Negli scorsi mesi e in molti ambiti del quotidiano la popolazione è tornata a sperimentare in prima persona gli effetti dell’occupazione. Le conseguenze incidono pesantemente anche sull’economia e in particolare sul turismo. In autunno, che è in realtà alta stagione, è giunto soltanto un quarto dei pellegrini e dei turisti che di solito arrivano in questo periodo dell’anno. Gli alberghi, i ristoranti e i negozi di souvenir sono vuoti. Potete quindi immaginare ciò che questo significa per Betlemme. Un posto di lavoro su tre dipende dal turismo. Chi non ha né lavoro, né prospettive, perde la speranza e la fiducia in un futuro migliore.
Da oltre 60 anni, Aiuto Bambini Betlemme mantiene la promessa fatta alla gente del posto: “Noi ci siamo“. Nel mio viaggio ho avvertito quanto ciò dia concretamente sicurezza alle famiglie. In una Regione dove è difficile affidabilità e programmazione sono sempre incerti, noi siamo un partner su cui contare. Sul “terreno” che coltiviamo torna a germogliare la speranza.
Care donatrici e cari donatori dalla Svizzera, dall’Italia, dalla Germania e dall’Austria: siete voi che rendete possibile questo straordinario lavoro a Betlemme. A tutti voi esprimo il mio caloroso ringraziamento. Quest’anno un grazie particolare va alle parrocchie svizzere che da 50 anni, durante le feste natalizie, raccolgono le offerte per i bambini e le madri di Betlemme. Il motto di quest’anno è: “Un aiuto che unisce”. I bambini e le madri vivono questo aiuto concreto giorno dopo giorno. Sentono che dietro alla promessa “Noi ci siamo” non c’è solo Aiuto Bambini Betlemme, ma insieme migliaia di amici, di donne e uomini di buona volontà. Grazie a tutti!
A voi e alle vostre famiglie auguro un sereno Avvento e un santo Natale.
Paul Rutz